Lorenzo Barbieri ci presenta una testa di grifo in marmo conservata all’Antikenmuseum di Basilea, opera pregevole di provenienza attica da datare intorno alla metà del 4. secolo a.C.  La testa trova confronti precisi nella classe, sempre meglio documentata, delle protomi a forma di testa di grifo che decoravano un tipo complesso di grandi vasi funerari in marmo, i lebeti, tipici dell’Attica e dell’Eubea e che erano posti sopra a delle colonne destinate a segnalare i periboli funerari.

Il significato del grifone nel contesto dell’arte funeraria doveva essere legato al gusto di un’elite benestante che poneva l’accento sia sulla visibilità dei suoi monumenti che sul carattere esclusivo dell’iconografia, esotica e trendy secondo il nuovo gusto orientalizzante.

D’altro canto, non è da escludere anche l’accostamento del grifone alla simbologia legata alla sfera religiosa orfica, diffusa nel periodo in particolare anche in ambito italico, dove il grifo viene raffigurato fino ad epoche più tarde sulle urne cinerarie etrusche e sui monumentali crateri marmorei di epoca romana.