Con Giuseppe Sarcinelli entriamo in un interessante contesto di zecca, scoperta in recenti campagne di scavo nell’area urbana di Heraclea di Lucania, centro greco fondato da Taranto nel 5. sec. a.C. sulla costa ionica della Basilicata.

Gli scavi hanno portato alla luce i resti di un ambiente utilizzato per la produzione di piccole frazioni monetali in bronzo. Queste furono introdotte a partire dal 330 a.C. e sono organizzate in 12 gruppi con molte varianti.

Sono stati rinvenuti anche residui di matrici, resti della fusione di tondelli, tondelli spezzati dalle barre e passati a prima martellatura per uniformare forma e spessore, resti di crogiuoli nonchè dei tondelli pronti per la battitura in un contesto che è stato datato al 3.-2. sec. a.C. 

         Grazie ad un’analisi della forma dei tondelli condotta sull’intero corpus delle monete in bronzo di Heraclea, l’autore si sofferma sulle differenti tecniche di produzione adottate. Dal raffronto delle monete emesse è possibile ricostruire in particolare la semplificazione del processo produttivo, avvenuta intorno a metà 3. sec. a.C. e caratterizzata dall’impiego esclusivo del sistema cosiddetto «a barre», elementi cilindrici in bronzo pronti per essere spezzati per ricavarne tondelli da monetare.

         Si dà conto, infine, della presenza, riscontrata su alcuni esemplari di una delle prime emissioni in bronzo della polis (ultimi decenni del 4. sec. a.C.), di una serie di lettere dell’alfabeto greco, presumibilmente numerali, che testimoniano una forma di organizzazione dei diversi lotti di produzione.