L’articolo di John Stephenson esamina l’interazione tra arte e spettacolo nel periodo tardo romano (200 – 500 d.C.), concentrandosi in particolare sull’ambito domestico di alto livello. La cultura visiva nelle ville di quest’epoca è caratterizzata da un sistema che dà importanza alla messa in scena dello spazio secondo un insieme di elementi dettati dalle regole dello «spettacolo». Di conseguenza, nel concetto di allestimento visivo e nella produzione artistica vengono enfatizzate le relazioni sociali e l’identità culturale dei presenti, attori e spettatori ad un tempo.

Attraverso un’analisi delle nuove forme di mobilio da banchetto e della loro disposizione nello spazio l’autore sottolinea l’oculocentrismo del sistema, simile a quello per l’allestimento di «spettacoli». L’arte, in questo preciso contesto, sottolinea l’autodeterminazione sociale, e anche i partecipanti, sia proprietari che ospiti, fanno parte attiva degli eventi e della messa in scena. Questo fenomeno si rivela centrale nella cultura politica tardo antica perché mette in evidenza anche in privato chi detiene il potere pubblico.