Esaù Dozio studia la collezione bizantina all’Antikenmuseum di Basilea e, in particolare, la sua singolare storia.

La collezione bizantina di Basilea è dovuta a Friedrich Ludwig Breusch, attivo dagli anni trenta fino al 1971 quale professore di chimica presso l’università di Istanbul.

Sulla base di numerosi documenti privati del collezionista, anch’essi in buona parte conservati a Basilea, l'autore ripercorre le vicende che portarono il Breusch negli anni drammatici del nazismo a fuggire dalla Germania, suo paese d’origine, per stabilirsi in Turchia, dove nel dopoguerra iniziò la sua attività di collezionista d’antichità, e per stabilirsi infine a Basilea ove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Particolare attenzione viene data all’amicizia che lo legò a Ernst Berger, primo direttore dell’Antikenmuseum, il quale lo conobbe a Istanbul a metà degli anni cinquanta. Viene infine affrontata la difficile questione delle ragioni che spinsero il Breusch a collezionare principalmente opere d’arte sacra bizantina malgrado le opinioni per nulla lusinghiere nei confronti del cristianesimo e di Bisanzio che lui stesso esprimeva a più riprese nei suoi scritti filosofici.

Con ogni probabilità la collezione era il suo ultimo legame con la Turchia, patria amata moltissimo dal Breusch e che gli conferì un dottorato honoris causa.