Dell’arte animata tratta il dossier NAC di quest’anno scritto da Antonio Corso e dedicato a Mirone, il grande artista del V sec. che per certi versi deve essere considerato uno dei maggiori innovatori della scultura classica greca. Il Corso passa in rassegna il divenire artistico mironiano fino alla fase principale ad Atene. Ma la partenza era già stata grande: ad Argo, il giovane artista lavorava nella bottega di Agelada, che era già stato maestro di Fidia. Insieme a lui, e nella stessa bottega, imparava anche Policleto, l’altro giovane e talentuoso collega. Antonio Corso ricompone magistralmente le caratteristiche peculiari della produzione mironiana e ne definisce l’eredità per i posteri: concezione pittorica e scenografica delle statue, stile chiaroscurale ad immagine di vitalità e di tensioni interiori, repertorio di soggetti colti in azione ad esprimere dunque il movimento del corpo umano. E’ un’immagine già ben definita negli scrittori antichi che connotavano le opere di Mirone come pervase di vitalità straordinaria, quasi senza peso e senza massa, ma dotate di anima interiore e assimilabili ad esseri viventi. Il dossier è corredato da una folta serie di immagini delle opere attribuite all’artista ed è così un’ottima introduzione critica ad uno dei maggiori scultori greci nonchè al mondo della committenza legato alla storia politica, religiosa e sportiva di tutta l’Ellade.